Vincenzo Gemito: un percorso umano e artistico di un genio

Vincenzo Gemito: un percorso umano e artistico di un genio

Vincenzo Gemito: un percorso umano e artistico di un genio

Un genio artistico le cui prime notizie si hanno in una serata estiva del 1852 quando viene abbandonato presso il Complesso della Santissima Annunziata, così come ci racconta Salvatore Di Giacomo:

«Or in una notte estiva del 1852, mentre nella breve stanzuccia della portineria dell’ospizio ove risponde la buca degli esposti, la suora […] si lasciava cader nel grembo un picciol libro di preci e quasi vincer dal sonno, fu picchiato di fuori nel solito modo […] e ancor prima che la suora le si approssimasse la ruota girò sui cardini suoi sparsi d’olio e un picciol corpicciulo scivolò dentro sulla tavola preparata […] Entrava nel triste ospizio un nuovo essere, e un nuovo mistero vi accompagnavano la notte della deserta piazzetta e la notte di un’anima».

Quel «picciol corpicciulo», quel «nuovo essere» era Vincenzo Genito, il cui cognome viene tramutato, poi, in Gemito, la cui produzione artistica così intensa, è raffigurata, sempre, nella propria semplicità perché, come lui stesso aveva scritto: «le mie opere sono prese dal vivo così come sono esistite…»”

I contenuti saranno, a breve, disponibili. 

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